2. Taxi

Domenica 2 marzo 2008

Sto imparando a imporre i 5 pounds in taxi, e loro vedendo che sono sicura del prezzo sembrano non fare più tante storie.

I taxi sono una parte fondamentale della nostra vita da espatriati. Sono ovunque. Ti seguono e ti inseguono. Se voglio semplicemente andare a piedi, passo il tempo a scacciare taxi che mi si accostano.

Uno più scassato dell'altro, sono utilitarie anni '60 francesi, italiane e tedesche che vivono qui una seconda vita, dipinte di bianco e nero: Fiat 128, Ritmo, e soprattutto Peugeot 504, quelle che vanno per la maggiore.

Le sovvenzioni statali sulla benzina, e un regolamento che negli anni '90 ha consentito a tutte le vecchie auto di essere convertite in taxi, ha volto il mestiere di taxista al Cairo nella massima ambizione degli strati più poveri dell'interland, causando un afflusso di massa sulla capitale. Il fumo che producono è il più nero e denso di ogni altro veicolo.
I tassisti sono tutti povera gente. Alcuni guidano scalzi.

Varietà:

  • Auto senza targa (all'ordine del giorno).
  • Fiat con targa “RE”, "FI", "LE" (sì, Reggio-Emilia, Firenze, Lecce - arancione anni '80) che spunta da sotto la targa araba, quadrata e quindi più corta.
  • Fari che vengono accesi manualmente e a intermittenza (come di solito si fa con gli abbaglianti) dall’autista.
  • Clacson che suona facendo contatto tra due fili.
  • Auto ricavate saldando assieme due auto differenti.
  • Auto “pura struttura”, dove, seduti sul sedile posteriore, sotto i piedi di vedi la strada, tipo “flinstones”.
  • Autisti che tengono la portiera della macchina chiusa con l’ascella.
  • Manovelle del finestrino assenti: l’autista interviene se necessario con una chiave per girare il perno.
  • Aperture delle portiere rotte e sostituite da prolunghe di fil di ferro; apertura altrimenti possibile solo dall’esterno.
  • Cambi non funzionanti, per cui tutto il tragitto al massimo in seconda.
  • Sedili anteriori bloccati nel massimo della loro estensione, obbligando il passeggero posteriore a raccogliere le ginocchia sul sedile (durante viaggi condivisi), o comunque a entrare dall'altra portiera.
Consuetudini:

  • Essendo l'aria condizionata un concetto futuristico negli anni '60, per non morire di caldo i finestrini sono tenuti tassativamente aperti (di solito la manovella è persino rimossa), catapultandoti nel caos dei clacson e rendendo l’aria irrespirabile per lo smog.
  • La radio è accesa a tutto volume. Crediamo che sia – per loro - un segno di attenzione verso il cliente, dal momento che la accendono appena si salga. Non capiscono che per noi possa essere sgradevole. Tra i canali preferiti, quello della lettura del corano, che con il suo ritmo non aiuta di prima mattina ad affrontare il caos quotidiano (io e Liliana lo definiamo con un po' di pudore, “il lamento”)...
Abbellimenti:

  • Appendici delle sicure a forma di teschio o altro.
  • Pellicciotto di vario colore applicato su tutto lo spazio anteriore che va dal volante fino al margine destro del cruscotto.
  • Il pellicciotto può ospitare creature differenti, quali statuette e riproduzioni di vari animali in peluche con scritte tipo “I love you” o "I love Italy".
  • L’interno e l’esterno dei taxi è movimentato da lucine al neon di vario colore
  • Ugualmente vale per specchietti di tutte le dimensioni, usati più per sbirciare il passeggero/a da tutte le angolazioni che per controllare il traffico selvaggio (almeno questo è quello che c’è parso a me e alle mie amiche).
  • Sono inoltre inflazionati le riproduzioni del corano, dei pendenti a forma di uva, e gli stemmi della squadra di calcio locale. Anche riferimenti calcistici all'Italia sono frequenti.

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